Mi chiamo Boston e sono un bambino di 5 anni. Insieme alla mia mamma ho comprato per la prima volta la vostra rivista qualche mese fa, poco dopo essere stato alla Fieracavalli di Verona (allora ne avevo solo 4). Non avete neanche idea di quello che mi è successo durante questa fiera, ma sono qui per raccontarvelo. Pioveva, ma pioveva proprio tanto e per metterci al riparo, insieme alla mia mamma e al mio papà ci siamo rifugiati sotto un capannone. Passeggiando tra i box, buttavamo l’occhio su ogni cavallo come di consueto si fa in fiera. A un certo punto vedo gli occhi di mia mamma che si illuminano quando si ferma davanti a un box. Mi prende in braccio, mi alza e mi dice: “amore guarda quanto è bello questo cavallo… sarebbe perfetto per te!” Io lo guardo e ho pensato che questo cavallo fosse bellissimo. Aveva un muso dolcissimo, degli occhi strepitosi e un manto color cappuccino che mi sarei ricordato per sempre. Era in vendita e affisso sul box aveva una copia dei suoi documenti. Il cavallino aveva solamente 2 anni e mezzo ed era stallone. La mia mamma ha chiamato il mio papà per vedere quanto fosse bello. La storia sembrava finisse lì, ma tra noi non facevamo altro che pensare a quanto sarebbe stato bello avere un nuovo amico in famiglia e vedermi crescere accanto a un animale così bello. Fantasticavamo sulle cose che avremmo potuto fare insieme, ma ci rendevamo altresì conto di quanto sarebbe stato difficile per la nostra famiglia accogliere Noa. Lo chiamiamo così anche se il suo nome intero è Noabereuheve Canturano, nome che ho imparato subito nonostante fosse difficile. In quel periodo ci stavamo per trasferire in Puglia per motivi di lavoro dei miei genitori e quindi vedevo allontanarsi la possibilità di diventare il nuovo amico di Noa. Mia mamma però, che ha sempre amato e frequentato i cavalli, non riusciva a togliersi dalla mente il piccolo Noa. E cosi convinse il papà ad andarlo a trovare a Torino. Vi risparmio il periodo intenso di discussioni e argomentazioni che ci sono state nella nostra famiglia, ma quello su cui eravamo tutti d’accordo era che Noa avrebbe portato molta serenità e un nuovo inizio alla nostra famiglia. Nel frattempo ci siamo trasferiti e non avevo idea di quello che stavano tramando i miei genitori finché, il giorno 22 Dicembre, Babbo Natale decide di arrivare in anticipo… La sera prima avevo preparato il latte, i biscotti e una breve nota per Babbo Natale, ringraziandolo di essere passato in anticipo. Al mattino seguente, mi sono svegliato e sono andato a vedere se Babbo Natale fosse davvero passato. Ebbeni sì, aveva lasciato solo le briciole e una lettera per me. Nella lettera mi raccomandava di usare bene i doni che mi aveva portato per occuparmi di Noa. Ancora non avevo capito bene che il mio cavallo fosse già in Puglia… sotto l’albero ho trovato una capezza, un kit per pulirlo, una frusta per iniziare l’addestramento con la longe. Non abbiamo perso nemmeno un istante e siamo andati nel maneggio in cui avevano portato Noa. Le emozioni sono state tantissime, e oggi, a circa un mese dal suo arrivo, ogni weekend andiamo a trovarlo. Mia mamma lo addestra e Noa mi lascia salire sulla sua schiena amorevolmente. Oggi l’ho montato nel tondino e riesco già a dargli le prime indicazioni. Sono felicissimo e i miei genitori sono molto orgogliosi di me.